martedì 5 giugno 2012

Create your own banner at mybannermaker.com!
Make your own banner at MyBannerMaker.com!

FAO E FAME


Da anni si tenta di trovare rimedio contro la fame nel mondo e ieri sera girando di qua e la mi imbatto nel seguente articolo, e mi si sono aperti gli occhi! in pratica sto dando delle dritte per sfamare sia noi che i nostri sauri.eheheh
Di fatto personalmente avrei un'altra idea e cioè di allevare insetti e/o lombrichi per cibo da pasto per sauri, pesci e avicoli quali papere, oche, insettivori in genere....i quali poi un giorno sfameranno noi. Sicuramente mangiare gli insetti sarebbe economico e alla portata di tutti da come potete vedere nel mio blog ma abbastanza disgustoso. Comunque vi riporto l'articolo:
"Come risolvere il problema della fame nel mondo? Ci sta pensando da anni la Fao, si è già ipotizzato l’aiuto dei paesi avanzati, si è pensato all’utilizzo di cibi geneticamente modificati, e come ultima riflessione – riportata lo scorso 1 agosto dalGuardian – si sta riflettendo sull’ampliamento della dieta alimentare inserendovi gli insetti.
Non è cosa nuova, in molti paesi – come Sud Africa, Colombia, Angola, Brasile, Camerun, Cina, India, Indonesia, Messico, Nuova Guinea, Tanzania – gli insetti sono comunemente consumati e apprezzati per il loro valore nutritivo e per il lorosapore che, dicono, sia delizioso.
Del resto, l’ONU vorrebbe diminuire la quantità di carne che consumiamo, considerando che gli allevamenti tradizionali sono responsabili per il 20%delle emissioni di gas serra.
“C’è una crisi della carne – ha detto Arnold van Huis, entomologista dell’Università di Wageningen in Belgio – e la popolazione mondiale arriverà a 9 miliardi di persone entro il 2050 e consumerà più carne. 20 anni fa la media era di 20kg, ora è di 50kg e sarà di 80kg in 20 anni. Se continuiamo così servirà un’altra Terra”.


La Fao sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità di allevare questi picconi animali per farne cibo nutriente: in questo modo potrebbero diventare la chiave per venire incontro ai bisogni di cibo di una popolazione in continua crescita. Gli insetti, infatti, contengono molteproteinevitamine minerali. E, secondo l’ultima ricerca di Van Huis, realizzata con il collega Dennis Oonincx, allevarli inciderebbe molto meno sull’effetto serra rispetto agli allevamenti tradizionali.
Se l’idea di introdurre gli insetti nel menu quotidiano continuasse a fare troppo ribrezzo, si potrebbe cominciare a pensare di darli in pasto ad animali come polli e pesci che già li mangiano in natura. In una fase successiva, potrebbero essere utilizzati come ingredienti di qualche pietanza ed essere progressivamente assorbiti nel ricettario tradizionale."
Ora che lo avete letto fatevi due lombrichi al sugo di mosca e via!

ALLEVAMENTO GRILLI DA PASTO

Salve a tutti, girovagando in rete mi sono imbattutto in questa scheda abbastanza dettagliata per la realizzazione di un allevamento di grilli. Ve la presento tale e quale in modo da non commetterre errori nella trascrizione:


Riporto la fonte: http://www.sanguefreddo.net/showthread.php?73094-Metodo-gandarlf-allevare-grilli-con-tiragraffi-)&p=793972



Ciao a tutti, vado subito al dunque.Vi propongo questa scheda di allevamento di grilli perchè FUNZIONA alla grande, è un metodo semplice per gestire colonie da 5000- 10000 grilli ,si gestisce nella più completa pulizia e sopratutto in POCO SPAZIO!!!

Ecco cosa ho usato:
1)tiragraffi di cartone
2)bidone alto
3)cavetto riscaldante(se serve)
4)plastica(tipo quella usata per le cartelline scolastiche)

AL grillo piace la comodità del suo rifugio.....dove può fare la muta indisturbato...un posticino tranquillo insomma.. perché no, un tiragraffi..così??


io ho comprato 4 tiragraffi al costo di 2,70 euro l'uno ma li trovate anche a 3 euro..con le dimensioni di 55*10 la profondità è di 5 cm un solo cartone è composto da 640 cellette...




Ora spiego la procedura poi alla fine commenterò, anche se capirete da soli il perché uso la plastica..

poi ho preso le misure del cartone e le ho riportate sul foglio di plastica( questo foglio e quel materiale che si usa per le cartelline scolastiche , si vende dai brico e costa 4 soldi, si taglia con il taglierino) abbondando ogni lato di 3 cm in più..
poi una volta ritagliata la sagoma, l'ho incollata al cartone con la colla a caldo lasciando una dimensione vuota tra la plastica e il cartone di 1 cm..mi è venuta così..

Ho lasciato il lato inferiore aperto e fissato solo con lo scotch in modo da poter essere chiuso ed aperto..cosi..



poi ho fatto un foro sulla plastica sulla parte superiore del cartone per poterlo poi appendere nella fase successiva..
Ecco un cartone scarico completato..







Ecco ora viene il bello...
Ho caricato ogni cartone di cibo secco per grilli..nello spazio che avevo lasciato vuoto..così..







Ecco un tiragraffi CARICATO, il cibo è dentro lo spazio tra il cartone e la plastica e non invade l'intero della cella ma chiude solo il buco interno..

poi ho montato il cavetto nel bidone, in modo da alzare la temperatura molto fredda che ho nella stanza dei grilli..ho visto un buon materiale termo riflettente, quello che si mette dietro i termosifoni che si potrebbe usare vicino il cavetto e il bidone ma io per una questione di tempo non l'ho fatto , ma lo farò..







Ecco il bidone completo..qui per una questione di tempo avevo solo 4 cartoni ma ora ne ho per tutto il diametro del bidone..TUTTI CARICATI DI CIBO. non uso nessun coperchio poiché il bidone è abbastanza alto.Sto già allevando in questo bidone grilli che ora son diventati sub-adulti e noto che:
ogni cella ospita solo un grillo perché ho visto che sono molto territoriali e che scacciano via i grilli che cercano di intrufolarsi, costringendoli a trovare una cella vuota..
Ho una crescita dei grilli uniforme poiché ogni celletta ha il cibo al suo interno e quindi di facile accesso ad ogni grilli contemporaneamente..quando vedo il livello abbassarsi sulla parte superiore del cartone lo ricarico..
Per l'umido uso bucce d'arancia e carote attaccate a( tipo pendenti davanti le celle ) con un filo di ferro che aggancio poi al chiodo che regge il cartone..
Ho perfettamente idea di quanti grilli possiedo perché so quante celle ho nel bidone e poichè un grillo è in una cella ..faccio presto un calcolo..
Ho notato che diversamente dai cartone delle uova quando scappano i grilli tendono a rifugiarsi nella celletta e rimangono immobili..allora prendo un cartone apro la linguetta inferiore cosi da far scendere giù tutto il cibo ..poi in un altro bidone do una scollatina al cartone e cadono tutti i grilli...
Ragazzi FUNZIONA fatelo costa 4 soldi , poi vedete voi cosa potete continuare a fare con il tiragraffi, io ad esempio lo uso anche nel contenitore delle uova(riempio il tiragraffi di torba dopo aver bagnato il cartone e lo alloggio in una vaschette, non avendo i bordi i grillini scenderanno molto più facilmente e poi il cartone mi trattiene più alta l'umidità) lo utilizzo ancora per separare le blatte dalle neadi.


fonte: http://www.sanguefreddo.net/showthread.php?73094-Metodo-gandarlf-allevare-grilli-con-tiragraffi-)&p=793972

Ricordate che i simpatici animaletti hanno il loro odore caratteristico che rende questo allevamento un po particolare sotto l'aspetto igenico, si consiglia quindi di porre il bin lontano dai luoghi di vita sociale.

sabato 2 giugno 2012

IDROPONICA E ITTICOLTURA


Ecco qualcosa di sicuramente interessante: adattabile a qualunque tipo e misura di coltura, ci mostra un altro lato delle piante.
Introdotta in parecchie fiere in Europa da General Hydroponics, ha riscosso grande successo sia fra i visitatori che fra i giornalisti in tutti i Paesi, tanto che le immagini hanno fatto il giro di tv e giornali.
I contatti sono stati innumerevoli e il pubblico ha richiesto dettagli su come approntare una coltura acquaponica in casa propria.
Da questa esperienza nasce questo articolo, con l’intento di spiegare ai neofiti e agli appassionati qualcosa in più su questa tecnica.
Cos’è l’acquaponica?

Si tratta di un’applicazione pratica nata una ventina d’anni fa, un ibrido che coniuga l’acquacoltura, ovvero l’allevamento ittico, e l’idroponica, ovvero la coltivazione di piante in acqua.
L’acquaponica rende inutili il filtro per l’acqua e il fertilizzante per la piante, trasformando l’impianto in un mini-ecosistema autosufficiente in cui i rifiuti vengono riciclati dalle radici, che filtrano così al contempo l’acqua.
Sebbene le tecniche del no soil e dell’allevamento ittico siano molto antiche, la combinazione dei due è recente e si può far risalire ai primi anni ’70.
Studiata in ogni parte del mondo, interessa soprattutto per l’abbattimento di spazi e costi, per la produzione ridottissima di rifiuti comunque organici. Attività ideale nelle scuole, offre spunti educativi permettendo di chiarire il concetto di circolo biologico e di sinergia tra organismi viventi.
Il connubio naturale che lega piante, pesci e acqua è evidente e lampante, e stupisce che la relazione sia stata sfruttata e approfondita relativamente tardi.
I pesci necessitano di un ambiente pulito e ben ossigenato, e di un nutrimento adeguato.
Producono rifiuti solidi e liquidi, che se lasciati accumulare senza un adeguato filtraggio inquinano irrimediabilmente l’ambiente uccidendo gli ospiti.
Nel nostro sistema i rifiuti organici in questione vengono attaccati dai batteri nitrificanti.
Le piante assorbono ammonio e nitrato durante il processo di assimilazione, dopo il quale sono convertiti in molecole organiche contenenti azoto.
Quando i nutrienti a base di azoto hanno svolto la loro funzione, batteri decompositori specializzati iniziano un processo noto come denitrificazione.
Per dirla con parole semplici, durante il processo le piante possono assorbire gli elementi di cui hanno bisogno, eliminando al contempo l’inquinamento e garantendo un ambiente sano per i pesci.
Commercialmente parlando, l’acquaponica resta una nicchia marginale ma in grande sviluppo.
Nelle Isole Vergini un gruppo di ricercatori ha sviluppato un progetto per importare questa tecnica soprattutto negli arcipelaghi dove la maggior parte dei prodotti agricoli devono essere importati e il pescato è in calo.
L’università di Davis in California lavora al riadattamento del concetto di “family farm” (fattoria familiare) prevedendo l’utilizzo dell’acquaponica in ambiente domestico a scopo ludico, educativo, decorativo e per produrre biologicamente su scala medio piccola .
Cosa serve per iniziare?
-Una vasca per i pesci e un supporto per le piante
-Batteri per decomporre i rifiuti dei pesci
-Un filtro per ospitare i batteri e areare la vasca
-Pesci e cibo per i pesci
-Piante
-Regolatori del pH e test, supplementi micro e macro elementi, per supplire ad eventuali carenze nutritive.
Attrezzatura per piante e pesci
Per procurarsi la vasca, i batteri e il filtro per ospitarli ci si può rivolgere ad un negozio di articoli per animali o di prodotti per acquari. I batteri in effetti si sviluppano naturalmente all’interno di questo mini-ecosistema in circa 3 settimane, ma per non correre rischi e non far girare a vuoto il tutto per così tanto tempo vale la pena investire nel loro acquisto, anche considerando che il loro numero può variare e potrebbe essere utile averne a portata di supplementari.

CIBO VIVO DA PASTO

Ciao a tutti,
il discorso cambia invece (economicamente parlando) se si prende in considerazione l'allevamento di cibo vivo da pasto.
Si intendono inclusi anche i lombrichi (oltre alla lombricoltura) in quanto cibo vivo per volatili e pesci di acqua dolce.
Le specie più allevate sono in ordine di importanza:

  •  i grilli varietà Acheta Domestica (grillo marrone) o la specie Grillus Bimaculatus (grillo nero)
  • le blatte (soffianti e non)
  • i lombrichi del letame
  • i lombrichi della terra
  • le formiche
  • le specie di insetti più disparate quali le locuste, le mantidi ecc. ma meno propense ad essere date come pasto ai beniamini di terrari
  • i topolini bianchi o i topi ballerini
vengono definiti da reddito perché esistono vari negozi, anche on-line, che forniscono tali animali sia da pasto che da compagnia (cosa abbastanza rara).
L'allevamento "in casa" è possibile per ognuna delle varietà sopra citate con degli inconvenienti e impegni che molte volte li rendono "non convenienti" quali spazio, odori, (mogli armate), disponibilità di tempo e che rendono l'acquisto quasi la via obbligata.
Quindi cercherò nel tempo e nelle disponibilità di effettuare prove sulla mia pelle come ho fatto per la compostiera al fine di rendere poi una recensione quanto più dettagliata di errori e scommesse vinte.
Partirò molto probabilmente con i grilli mediante un sistema che ho visto su altri siti e risulta interessante, poco impegnativo, e potenzialmente INTENSIVO, garantendo la massima tranquillità agli stessi grilli e alle mie orecchie.

Il piano non sarà di iniziare "a bomba" con 500/600 grilli bensì di creare una popolazione quasi da 0, immettendo cioe una dozzina di esemplari equamente divisi in maschi e femmine in uno spazio abbondante, in modo da creare la massima stabilità e controllo su ciò che avviene.
Come già detto mi baserò su di un sistema già collaudato e secondo perfezionabile su alcuni aspetti; consisterà nella creazione, mediante dei semplici tiragraffi per gatti, di tante ma tante cellette di cartone che oltre a garantire privacy saranno igieniche e abbasseranno, spero di molto, il fenomeno del cannibalismo tra gli esemplari.
Come cibo prevedo il minimo atto a garantire salubrità evitando quindi frutta e acqua all'interno della farm, bensì alimenterò la colonia solamente con arance (che forniscono acqua e crocchette di gatto leggermente bagnate (cibo+acqua).
A presto, quando avrò  accumulato il materiale occorrente alla perfetta riuscita.